00 10/02/2009 11:48
Re:
Mangiafuoco66, 06/02/2009 0.39:

L'Oopera 34 n. 2 in la minore, era il valzer preferito da Chopin e se ci fai caso, racchiude tutti gli stati d'animo di questo meraviglioso compositore.
L'inizio è drammatico e descrive un qualche cosa che deve succedere e che Chopin aspetta come ad un appuntamento col destino, poi nella parte successiva diventa melanconico, forse ricorda un pensiero non più drammatico, ma altrettanto triste che viene spezzato da quei trilli che spostano l'umore su qualche cosa di più piacevole, quasi frivolo. Un ricordo di giovialità che si concretizza nell'episodio successivo " in la maggiore " dove spezza l'inquietudine e lascia spazio al sereno, ma solo un attimo, per rattristarsi nuovamente nella ripresa di questo tema in tonalità minore e per poi ricadere ciclicamente nelle ripetizioni dei temi.



Approfitto dal post di Mangiafuoco66 per ampliare un pò il discorso e forse fornire un'altra chiave di lettura dell'argomento: "valzer".

In generale i Valzer si presentano in forme svariate, e si fanno ammirare soprattutto per la raffinatezza dei temi e la ricercatezza della scrittura.
Ovviamente Chopin li pensò come brani puramente musicali, non perché fossero ballati da i membri di quella buona società parigina della quale faceva parte egli stesso, ma che non amava. Tra i momenti più efficaci dei valzer maggiori vi sono sicuramente le code, in cui Chopin condensa le idee tematiche della composizione.

Sulle date c'è molta nebbia, sicuramente alcuni li scrisse durante il periodo in cui Chopin frequentava costantemente i salotti aristocratici parigini principalmente per farsi conoscere come concertista e compositore (eccoci ... come sicuramente l'op.34 n. 2).
I Valzer sono un pò il tributo che Chopin dovette pagare al costume musicale del suo tempo e all’ambiente della città che aveva scelto come sua seconda patria. Ma, geniale musicista qual era, assorbì l’atmosfera dei salotti e la trasferì nei suoi valzer, senza però dimenticare di essere un compositore polacco.
E' vero! Vi trasferì la grazia, l’arguzia, la civetteria, l’eleganza parigina, ma nobilitandole con la sua arte.
Mi verrebbe quasi voglia di dire che in un certo senso le Mazurche le scrisse per sé ed i Valzer per il suo pubblico. Egli li suonava spesso nei salotti, ma è curioso notare che non è possibile danzare su alcuno di essi. Sono tutti o troppo veloci o troppo lenti; infatti uno degli obiettivi principali era quello di vendere musica suonabile ai molti pianisti dilettanti che frequentavano le serate mondane.

Frank


[Modificato da fkt. 10/02/2009 11:48]